“I cittadini italiani vogliono la verità, prima ancora di poter puntare il dito contro i responsabili di gravissimi delitti”. In queste parole del Procuratore della Repubblica di Lanusei, Domenico Fiordalisi, si può trovare lo spirito giusto con cui, nonostante tutto, festeggiare i 66 anni della Repubblica Italiana. Nonostante le Stragi di Stato, le verità nascoste, i depistaggi, l’ansia di giustizia offesa. Il magistrato le ha pronunciate due giorni fa a Guspini, cittadina sarda dalla gloriosa storia mineraria, in occasione della consegna a Salvatore Borsellino, fratello del giudice massacrato con la sua scorta in via d’Amelio, a Palermo, 20 anni fa, del premio nazionale intitolato alla memoria di Emanuela Loi. Emanuela era la poliziotta sarda che il 19 luglio del 1992 fu fatta a pezzi, insieme con altri suoi colleghi e con il magistrato, dall’esplosivo militare impiegato per commettere l’attentato.
Anche quella fu “Strage di Stato” ha sostenuto Salvatore Borsellino, soprattutto dopo le ultime verità che stanno saltando fuori dall’inchiesta dei magistrati di Caltanissetta. Con il suo movimento delle “Agende Rosse” il fratello del giudice si batte come un leone, così come tutta la famiglia Borsellino, perché vengano finalmente fuori i nomi di chi quella strage volle, così come quelle di Capaci, di via dei Georgofili a Firenze, di via Palestro a Milano, di quella mancata, o disdetta all’ultimo momento, dello stadio romano poco prima che vi si disputasse un’attesa partita di calcio, delle bombe della chiesa del Velabro e di San Giovanni in Laterano. Se quella era la stagione della “Trattativa Stato-Mafia”, chi ne erano i fautori e i protagonisti? Lì si trovano i veri responsabili di quella terribile stagione di carneficine commesse su tutto il territorio italiano.
All’appassionata, commovente ricostruzione fatta davanti a centinaia di persone, soprattutto giovani, che ha lasciato nel cuore e nel cervello l’angoscia di una massa inviolabile di segreti che si è accatastata negli ultimi 40 anni di storia repubblicana – dalla strage di Piazza Fontana (12 dicembre 1969) in poi – e che comunque condiziona ancora oggi la vita pubblica del Paese, ha fatto parzialmente da contrappeso un importante risultato ottenuto grazie alla fortissima determinazione del Procuratore Fiordalisi. Le sue inchieste sulle morti causate dall’uranio impoverito e da altre sostanze radioattive presenti nei proiettili e negli altri materiali utilizzati nelle esercitazioni di tiro nel Poligono di Quirra, in Ogliastra, sulla costa centro-orientale sarda, hanno contribuito a convincere la commissione senatoriale che si è occupata del problema a disporre l’immediata chiusura dei poligoni sardi e a provvedere alle radicali bonifiche dei territori contaminati. Così la regione più militarizzata d’Italia si avvia a non essere più “l’isola con le stellette” grazie soprattutto a quel bisogno di verità che ha spinto per anni tanta parte della società sarda a pretendere controlli seri su quel che avveniva nei luoghi destinati alle esercitazioni militari. Non solo soldati uccisi da leucemie e linfomi contratti in servizio, quindi, ma anche tanti pastori nei cui cadaveri, dopo le riesumazioni disposte dal Procuratore Fordalisi, sono state trovate tracce di sostanze radioattive. Anche questa, pur senza bombe devastanti, una lenta e continua “Strage di Stato”.
Danni mortali alle persone, tanti animali deformi e quali danni a tutto il territorio? Se la verità comincia a farsi strada c’è uno spiraglio di luce per poter tener viva la speranza. E’ solo questo che può alimentare la volontà di continuare l’impegno per la costruzione di una Repubblica che corrisponda completamente alla Costituzione che le è stata data.
L’iniziativa di Guspini, voluta dalle associazioni Agorà e Sardegna Virtuosa, guidate da giovanissimi presidenti, ha avuto il grande merito di mettere l’una a fianco all’altra due importanti testimonianze: quella su un passato ed un presente pesantemente condizionati dalle bugie e dai depistaggi degli apparati di pezzi dello Stato – come ha ricordato con grande efficacia Salvatore Borsellino -; quella di Domenico Fiordalisi che con i fatti, senza grandi proclami, ha fatto sì che un’istituzione dello Stato come il Senato della Repubblica accogliesse all’unanimità una proposta, presentata dal senatore del Pd Giampiero Scanu, che soltanto pochi mesi fa sarebbe stata respinta con farisaica indignazione.
Dallo smantellamento dei poligoni militari sardi a causa del loro alto pericolo ambientale può cominciare la scrittura di una nuova pagina di storia più corrispondente alla Repubblica del futuro, molto più impegnata sul terreno della Pace e della cooperazione internazionale, senza più bisogno di anacronistiche e dispendiose parate. E’ l’Italia dell’articolo 11 della Costituzione, senza se e senza ma, senza infingimenti, senza ipocrite distinzioni; ed è l’Italia che comincia a capire che soltanto grazie all’affermazione della verità si può cambiare completamente rotta rispetto a questi ultimi terribili decenni.