Lunedì il consiglio dei ministri ha deciso di addossare allo Stato il pagamento delle spese processuali di Brescia, dove al danno dell’ultima assoluzione per la strage di Piazza Fontana era stata aggiunta la beffa di condannare a quelle spese i parenti delle vittime, le parti lese.
Così Monti e i suoi colleghi accoglievano tempestivamente il disagio trapelato dal Quirinale e, se possiamo permetterci, senza protagonismi, dichiarato da forze vive della società come Articolo 21. L’aveva ricordato lunedì mattina La Stampa, che di ciò ringraziamo quel giornale. Articolo 21 – aggiungevamo – avrebbe formalizzato la richiesta al governo il 18 aprile, giorno del decimo anniversario della cacciata dalla Rai di Enzo Biagi, per l’intervista che aveva fatto a Montanelli nella campagna elettorale del 2001.
Siamo felicissimi che il governo ci abbia preceduto. La decisione di Palazzo Chigi e la ricorrenza dell’editto bulgaro, sottolineano quanto sia cambiato il costume di governo del paese, grazie alla buona guardia del Quirinale e alla lotta di donne e uomini che non hanno mai perduto fiducia nel ritorno alla democrazia piena. Non c’è dunque bisogno per noi di indulgere in lunghi commenti a riguardo.
A noi basta ricordare che sulla tessera di Articolo 21 che portiamo in tasca come associati, campeggiano da qualche anno i volti di Biagi e Montanelli, insieme a quelli di ragazzi e ragazze che si preparano a entrare nella professione, o vi sono appena entrati nello spirito dei due maestri e , gli auguriamo, nella loro genialità. Essi avranno il peso e l’onore di portare nella professione lo spirito di una cittadinanza austera, che preferisca la verità alla compiacenza.
Noi vecchi siamo stati testimoni, anche attraverso Biagi e Montanelli, di come ciò sia possibile, a costo di pagare in proprio. Mi riferisco non tanto al tempo in cui quei maestri sarebbero diventati gli intellettuali indiscussi e retribuiti per la loro opera; ma al tempo iniziale del loro impegno, quando anche a loro s’imposero scelte esistenziali come a tutti. Scelte più pesanti quando i tempi sono duri. Sono duri anche oggi.
Perciò ricordiamo quei due grandi esempi ai giovani colleghi, affinché sappiano che la strada piena di sassi che stanno percorrendo o percorreranno è piena di orme di altri che l’ hanno affrontata senza vendersi né l’anima né il corpo ai Moloch , ma col coraggio che viene dalla convinzione.